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Metropolis

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Metropolis Locandina

Metropolis
Genere: Drammatico, Fantascienza
Anno: 1927
Regia: Fritz Lang
Attori: Alfred Abel, Gustav Frohlich, Brigitte Helm, Rudolf Klein-Rogge, Fritz Rasp, Olaf Storm, Theodor Loos, Erwin Biswanger, Heinrich George, Hans Leo Reich, Heinrich Gotho, Margarete Lanner, Max Dietze
Paese: Germania
Durata: 107 min
Distribuzione: Mondadori Video, Ricordi Video, Skema, Empire Video
Sceneggiatura: Fritz Lang, Thea von Harbou
Fotografia: Karl Freund, Günther Rittau
Musiche: Gottfried Huppertz, Giorgio Moroder, Peter Osborne, Bernd Schultheis, Wetfish, Alloy Orchestra, Club Foot Orchestra
Produzione: Ufa

Trama

Metropolis è un capolavoro del cinema muto del 1927, diretto da Fritz Lang e tratto da un romanzo di Thea von Harbou, sua moglie all’epoca.
Il film presenta un’ambientazione futuristica nel 2026, in una Metropolis imponente e tentacolare, caratterizzata da grattacieli maestosi e strade sopraelevate attraversate da veicoli futuristici.
La distinzione di classi è evidente, con una popolazione ricca che vive nel lusso sopra, mentre gli operai soffrono in condizioni disumane sottoterra.

La storia si concentra su Maria (interpretata da Brigitte Helm), un angelo gentile che si preoccupa degli operai, incoraggiandoli a sperare in un destino migliore. Introduce i lavoratori a un giardino incantato “nella città di sopra”. Qui incontra John (interpretato da Gustav Frohlich), figlio del magnate di Metropolis, Freder Frederer (interpretato da Alfred Abel).
L’incontro con Maria cambia profondamente la vita di John, portandolo a scoprire gli orrori del sottosuolo e delle condizioni di lavoro degli operai.

La trama si complica quando Frederer ordina la creazione di un androide identico a Maria per seminare discordia tra gli operai. La situazione precipita in una rivolta guidata dalla falsa Maria, portando a uno scenario catastrofico con fabbriche ferme, la città sull’orlo del collasso e gli operai in pericolo di vita.

Metropolis è celebrato per la sua visione futuristica, gli effetti speciali innovativi per l’epoca e la potente narrazione sociale che esplora le disuguaglianze di classe. La pellicola ha influenzato significativamente il genere fantascientifico e rimane un classico del cinema d’avanguardia.

Metropolis Intermezzo 3

Curiosità su Metropolis

1 – Secondo quanto dichiarato dal regista stesso, l’ispirazione per Metropolis nacque durante un viaggio negli Stati Uniti nel 1924 quando Fritz Lang, al servizio della casa di produzione tedesca UFA, rimase impressionato dai grattacieli di New York. Questa suggestione visiva contribuì a plasmare l’estetica e l’architettura della futuristica Metropolis.

2 – Tuttavia, questa non fu l’unica fonte di ispirazione. Il film attinge da diverse tematiche presenti nel cinema tedesco dell’epoca, come l’inventore folle, la lotta di classe, la danza macabra e la figura dell’automa umano, richiamando opere come Il Gabinetto del Dottor Caligari (1920), Il dottor Mabuse (1922), Das Salzburger große Welttheater (1922), Die Maschinenstürmer (1922) e Homunculus (1916).

3 – La configurazione della città rappresenta un futuro distopico, una sorta di utopia negativa, con chiari segni di stratificazione sociale. I grattacieli ospitano l’élite, mentre le aree cittadine, come il Club dei Figli a Yoshiwara e la casa di Rotwang, si trovano al di sotto. Ancora più in basso si trovano le fabbriche e i dormitori degli operai, mentre la Città dei morti è un conglomerato di catacombe dove Maria tiene i suoi comizi.

4 – Nonostante l’utilizzo di elementi espressionisti, Lang concepì Metropolis fin dall’inizio come un film destinato al grande pubblico, inserendo elementi narrativi tipici del feuilleton per intrattenere il pubblico comune.

5 – La versione originale di Metropolis, lunga 4.189 metri, è purtroppo persa per sempre. La copia originale è stata tagliata dalla UFA, ridotta prima a 3.241 metri e successivamente a 3.100 metri per la distribuzione americana. La copia attualmente circolante, di 2.530 metri, è stata acquistata dal MOMA nel 1936.

6 – Il film che conosciamo oggi è il risultato di vari restauri, inclusi ulteriori tagli e l’aggiunta di sequenze provenienti da versioni custodite nelle cineteche di tutto il mondo. La versione attuale, di soli 3.170 metri, è significativamente più breve rispetto al progetto originale di Lang.

7 – Il materiale eliminato includeva una sequenza nella casa di Rotwag, con la statua di Hel, e dettagli sulla vita quotidiana a Metropolis. Questi tagli sono stati effettuati per evitare possibili risate degli spettatori, come riportato da un articolo del New York Times del 13 marzo 1927.

8 – Altri tagli coinvolsero i personaggi di Josaphat, Schmale e Georgy, e la descrizione della vita a Metropolis fu semplificata. Tuttavia, queste scene eliminante rappresenterebbero un prezioso documento sulla complessità della società di Metropolis.

9 – Nella versione estesa originale, oltre ai milionari e al proletariato, esisteva anche una classe media, ma quest’aspetto è stato eliminato nelle versioni successive.

10 – Numerose scene mostrano personaggi in scenari architettonici mastodontici, utilizzando il metodo Schüfftan, una tecnica cinematografica innovativa dell’epoca.

11 – La realizzazione degli scenari richiedeva un lavoro complesso e lungo, come dimostra la sequenza dell’esplosione della sala macchine che ha richiesto quattro settimane di preparazione per un minuto e mezzo di girato.

12 – Alcune scene, come quella dei giardini dell’Eden, utilizzavano scenari prospettici dipinti; in queste situazioni, non era la macchina da presa a muoversi, ma il fondo per creare l’illusione del movimento.

13 – Per animare il robot Maria, sono stati utilizzati vari mezzi, tra cui crusca, pasta di sapone, strie ottiche di rifrazione e chimica fotografica. Alcuni fotogrammi sono stati riprodotti anche trenta volte.

14 – Fritz Lang, descritto come “regista autoritario”, dirigeva gli attori in modo invasivo, interpretando egli stesso i gesti e i movimenti per guidarli nella recitazione.

15 – Brigitte Helm, interprete di Maria e del suo clone robotico, adottò un approccio duplice e antitetico nella recitazione, cercando di caratterizzare in modo distintivo soprattutto l’automa.

16 – Metropolis è il primo grande film a esplorare le problematiche legate al mondo del lavoro e alla produzione contemporanea, trattando la meccanizzazione dell’industria di tipo fordiano.

17 – Il movimento meccanico dei lavoratori definisce lo spazio e, allo stesso tempo, assume una connotazione allegorica dell’automazione e della reificazione dell’elemento umano nella moderna macchina produttiva.

18 – La monumentalizzazione dello spazio filmico procede secondo uno schema visivo duplice, sperimentato nel teatro espressionista reinhardtiano, con una pietrificazione dell’umano e un accrescimento della componente architettonica.

19 – Il personaggio di Rotwang è strettamente legato alla sua abitazione, una struttura gotica in contrasto con il resto di Metropolis. Questa dimora nasconde la parte più oscura e misteriosa della città.

20 – La ribellione operaia provoca la distruzione della Hertzmachine, cuore elettrico della città, ma il film non offre un semplice messaggio rivoluzionario, mostrando che tutti sono interdipendenti e che ogni azione ha conseguenze.

21 – La struttura narrativa di Metropolis segue una partitura di un’opera lirica, con un “Prologo”, un breve “Intermezzo” e un “Furioso” contenente le scene finali.

22 – Metropolis è stata la prima opera cinematografica a essere inclusa nel registro Memoria del Mondo dell’UNESCO nel 1992, con l’obiettivo di preservare le opere documentarie più significative della storia umana.

23 – La produzione del film ha comportato una spesa superiore a cinque miliardi di marchi, portando al fallimento della UFA e alla sua successiva vendita al nazista Alfred Hugenberg. Quest’ultimo ha poi utilizzato il film come parte della macchina propagandistica.

24 – L’impatto di Metropolis nella produzione cinematografica successiva è indelebile, influenzando con la sua iconografia alcune delle opere più importanti nella storia del cinema, tra cui Blade Runner, Terminator, Brazil, Guerre stellari, Il quinto elemento, RoboCop e Matrix. Inoltre, l’immaginario creato da Fritz Lang ha avuto un’espansione anche nel mondo dei video musicali, come nel caso di “Radio Ga Ga” dei Queen. Nel campo dei fumetti, la città di Superman porta il nome di Metropolis, ispirandosi direttamente al capolavoro di Lang, e c’è un manga omonimo di Tezuka, da cui è stato tratto un anime, che offre una reinterpretazione del classico muto.

Metropolis Intermezzo 4

Recensione di Francesco Ippolito

Metropolis, capolavoro del cinema muto diretto da Fritz Lang nel 1927, è un’opera che continua a brillare nel panorama cinematografico per la sua innovazione tecnica, la visionarietà della sua estetica narrativo/simbolica e la ricchezza dei suoi temi. La pellicola è intrisa di profondità semiotiche e contenuti che, nonostante siano stati intuiti quasi un secolo fa, rimangono rilevanti e influenti.

La trama di Metropolis si svolge in un futuro distopico, nel 2026, in una metropoli stratificata dove gli abitanti della superficie conducono una vita lussuosa e agiata, mentre gli operai sottoterra sperimentano condizioni di lavoro disumane. La narrazione si sviluppa seguendo le vicende di Freder, figlio del potente industrialista Joh Fredersen, e Maria, una giovane attivista che cerca di mediare tra le classi sociali. Il film affronta tematiche di lotta di classe, alienazione e la disumanizzazione causata dall’industrializzazione.

Un film visionario

Uno degli aspetti più iconici di Metropolis è il suo design visivo straordinario. Lang ha creato una città futuristica con grattacieli imponenti e ardite sopraelevate, fornendo un’immagine visionaria e avveniristica, ispirata dalle sue osservazioni dei grattacieli di New York. Questa estetica distopica ha influenzato in modo duraturo gran parte delle prellicole di fantascienza future.

La stratificazione sociale della città è rappresentata in maniera metaforica dai diversi livelli della città di Metropolis. La visione di Lang è intrisa di simbolismo e allegoria, con la città stessa che diventa una rappresentazione tangibile delle disparità sociali, necessarie al suo stesso sostentamento. I grattacieli simboleggiano la potenza e la prosperità dei ricchi, mentre gli operai sottoterra rappresentano il fondamento su cui poggiano le conquiste della classe dominante.

Il personaggio di Maria, interpretato dalla talentuosa e bellissima Brigitte Helm, svolge un ruolo cruciale nella trama. Maria è presentata come un angelo del lavoro, incarnando l’immagine di una figura messianica destinata a portare la pace tra le classi. Tuttavia, il suo doppio malvagio – il robot -, incarna la lussuria e la distruzione, simboleggiando la perversione e la manipolazione della tecnologia.

La scelta stilistica di Lang di incorporare elementi espressionisti è evidente nella rappresentazione dei paesaggi urbani, nei volti contorti degli attori e nella scenografia surreale: questa estetica drammatica contribuisce a creare un’atmosfera onirica e intensa che permea tutto il film.

La disumanizzazione del lavoro

Le tematiche sociali di Metropolis e la sua riflessione sulle conseguenze dell’industrializzazione la rendono un’opera in anticipo sul suo tempo affrontando questioni ancora attuali, come la disuguaglianza sociale, la disumanizzazione del lavoro e i rischi della tecnologia senza etica.

In termini di impatto cinematografico, “Metropolis” ha influenzato molte opere successive nel genere fantascientifico. Il suo stile visivo ha lasciato un segno indelebile su produzioni iconiche come “Blade Runner,” “Terminator” e “The Fifth Element,” dimostrando la sua duratura influenza sull’immaginario collettivo della cinematografia.

Nonostante la sua importanza storica, “Metropolis” ha subito alterazioni nel corso degli anni. La versione originale di Lang era lunga e complessa, ma parte del materiale è stato tagliato o perso nel tempo. Tuttavia, il lavoro di restaurazione ha permesso di recuperare alcune sequenze, anche se la versione attuale è più breve rispetto all’opera originale.

Metropolis rimane una pietra miliare nella storia del cinema, una sinfonia visiva che continua a suscitare riflessioni sulle dinamiche sociali e tecnologiche. La sua bellezza estetica e la profondità semiotica fanno sì che ogni visione sia un’esperienza unica, invitando gli spettatori a esplorare le intricanti stratificazioni della sua trama e a riflettere sulle sue implicazioni universali.

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