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Piccolo corpo

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Piccolo corpo

Data di uscita: 10 febbraio 2022
Genere: Drammatico
Anno: 2021
Regia: Laura Samani
Attori:
Celeste Cescutti
Ondina Quadri
Marco Geromin
Giacomina Dereani
Anna Pia Bernardis
Angelo Mattiussi
Luca Sera
Teresa Cappellari
Marzia Corinna Mainardis
Marisa Rupil
Paese: Italia
Durata: 93 min
Distribuzione: distribuzione italiana NEFERTITI FILM, distribuzione internazionale ALPHA VIOLET
Sceneggiatura: Marco Borromei, Elisa Dondi, Laura Samani
Montaggio: Chiara Dainese
Musiche: Fredrika Sthal
Produzione: NEFERTITI FILM con RAI CINEMA, in coproduzione con TOMSA FILMS e VERTIGO

Trama

Piccolo corpo è un film diretto da Laura Samani, ambientato durante un freddo inverno agli inizi del’ 900, su un’isoletta del nord est in Italia e narra la storia Agata (interpretata da Celeste Cescutti), una giovane ragazza di quindici anni, che dà alla luce una bambina morta; secondo la tradizione cattolica, la bambina nata senza respiro, non può essere battezzata, la sua anima è destinata così a rimanere in un Limbo.
Una credenza locale asserisce che, sulle montagne, c’è un posto dove donne esperte sanno riportare in vita, giusto il tempo di un respiro, bambini nati morti, per dare loro la possibilità di essere battezzati. Agata così, con la speranza di donare pace alla sua piccola senza nome, abbandona l’isola di nascosto per intraprendere un rischioso viaggio alla ricerca del santuario, nascondendo il corpicino di sua figlia in una scatola.
Agata è molto determinata ma non conosce la strada ed è la prima volta in vita sua che vede la neve. Lungo il cammino, incontra Lince (interpretato da Ondina Quadri), un ragazzo selvaggio e solitario, che sa bene come muoversi in quei posti ed è disposto ad aiutare Agata solo in cambio del misterioso contenuto della sua scatola.
Anche se inizialmente i due non si fidano l’uno dell’altro, tra Agata e Lince, nascerà un’amicizia che li porterà ad affrontare un’incredibile viaggio.

Note

Piccolo corpo, l’opera prima della regista triestina Laura Samani, è stato presentato alla Semaine de la critique nel corso dello scorso Festival di Cannes e al Torino Film Festival 2021 oltre che in numerose altre manifestazioni.

Dichiarazioni della regista Laura Samani

Nel 2016 scoprivo che a Trava, nel mio Friuli Venezia‐Giulia, esiste un santuario dove, fino alla fine del 19° secolo, avvenivano miracoli particolari: si diceva che lì si potessero riportare in vita i bambini nati morti, per il tempo di un respiro. Il miracolo del ritorno alla vita era necessario per battezzare i bambini, altrimenti destinati ad essere seppelliti nelle zone incolte, come si fa con i gatti. Senza battesimo non avrebbero mai avuto un nome e un’identità, la loro anima avrebbe errato eternamente nel Limbo. I santuari di questo tipo portano il nome di à répit, del respiro o della tregua, erano presenti in tutto l’arco alpino – solo la Francia ne contava quasi duecento – ed è impressionante come questi fatti siano pressoché sconosciuti, nonostante la dimensione del fenomeno. La storia di questi miracoli si è impigliata in qualche anfratto dentro di me ed è rimasta lì a chiedere attenzione. Una cosa in particolare mi aveva colpito: erano principalmente gli uomini a viaggiare verso i santuari con i piccoli corpi degli infanti. Certo, le puerpere erano allettate, ma non mi rassegnavo all’attesa impotente a cui erano costrette. A Elisa Dondi e Marco Borromei, i coautori, che avevano deciso di proseguire con me il viaggio iniziato con La santa che dorme, la prima domanda che ho posto è stata: che ne è di questa donna nel letto? E se invece volesse andare lei stessa? Così abbiamo iniziato a scrivere, con due sole certezze: lei si chiama Agata e la pancia che indossa è una prima volta. Ho ambientato il film nella mia terra – il radicamento nel territorio non significa che questa storia sia di quel luogo, le storie secondo me sono uguali dappertutto – girando in continuità cronologica e quindi compiendo lo stesso viaggio di Agata, dalla laguna di Caorle e Bibione alle montagne della Carnia e del Tarvisiano. Il film è cresciuto con noi e noi con lui. Mentre cercavo i luoghi, incontravo le persone che sarebbero diventati i personaggi del film, o forse viceversa, del resto non si può prescindere gli uni dalle altre. La quasi totalità del cast è composta da persone che non avevano mai recitato prima, in alcuni casi famiglie intere. Anche per questo motivo, non solo per restituire una verità linguistica del tempo, ho deciso di girare in dialetto veneto e friulano, ognuno nelle sue diverse variazioni, perché volevo il più possibile permettere alle persone di esprimersi nel modo a loro più naturale…Nel film Dio non è nel miracolo e nelle preghiere, né nel dogma che divide in paradiso/inferno/limbo. Dio esiste a un altro livello: in Lince che non crede a niente e così sfugge alle premesse iniziali del miracolo; in Agata che organizza la rabbia per ridisegnare i confini del possibile; nel rapporto di queste due solitudini che per un momento si fanno meno dolorose. C’è una linea sottile che divide vita da morte, realtà da magia, le possibilità in cui abbiamo sperato e il tempo che ci è rimasto. Spero che il film crei uno spazio di condivisione ulteriore, senza la presunzione di trovare risposte assolute, per abitare insieme il dubbio.

Trailer

https://www.filmtv.it/film/203797/piccolo-corpo/#

Altri film in uscita:

https://www.cinemaniaci.it/category/film/prossimamente/

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