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Agata e la tempesta

3.3
(3)

Data di uscita: 27 febbraio 2004
Genere: Commedia
Anno: 2004
Regia: Silvio Soldini
Attori:
Licia Maglietta
Giuseppe Battiston
Emilio Solfrizzi
Marina Massironi
Claudio Santamaria
Giselda Volodi
Remo Remotti
Monica Nappo
Ann Eleonora Jørgensen
Carla Astolfi
Elena Nicastro
Andrea Gussoni
Mauro Marino
Silvana Bosi
Paese: Italia
Durata: 118 min
Distribuzione: MIKADO
Sceneggiatura: Silvio Soldini, Doriana Leondeff, Francesco Piccolo
Fotografia: Arnaldo Catinari
Montaggio: Carlotta Cristiani
Musiche: Giovanni Venosta
Produzione: LUIGI MUSINI, ROBERTO CICUTTO E TIZIANA SOUDANI PER ALBACHIARA, AMKA FILM, TSI, MERCURY FILMS PRODUCTIONS, LUMIERE & CO., EURIMAGES

Trama

Agata e la tempesta, film diretto da Silvio Soldini, narra la storia di Agata, 44 anni, che di professione dirige una libreria. Dopo aver iniziato una problematica relazione con un ragazzo ventottenne, la sua vita viene sconvolta da un’improvvisa rivelazione: il suo amato fratello Gustavo (interpretato da Emilio Solfrizzi), che è anche il suo migliore amico, scopre di essere in realtà il figlio illegittimo di una povera contadina che non poteva crescerlo e quindi lo ha dato in adozione ai genitori di Agata. E’ Romeo (interpretato da Giuseppe Battiston), folcloristico rappresentante di Cicognara e suo vero fratello, a raccontargli la scomoda verità, come ha promesso a sua madre in punto di morte. Ad Agata e Gustavo non resta altro che cercare di conoscere la famiglia di origine di Gustavo e iniziare una nuova vita.

Recensione di Livio Marciano

Agata, una libraia soddisfatta del proprio lavoro, si innamora di un ragazzo più giovane. La sua vita viene ulteriormente sconvolta da un’improvvisa rivelazione: l’amato fratello Gustavo scopre di essere figlio illegittimo di una contadina della Bassa Padana. Romeo, folcloristico rappresentante di abbigliamento e suo vero fratello, gli racconta la scomoda verità. Ad Agata e Gustavo non resta altro che cercare di conoscere la nuova famiglia e iniziare un’altra vita. La tempesta del titolo viene sottolineata dalle inquadrature iniziali, che attraverso frenetici e circolari movimenti di macchina, anticipano alla protagonista il vortice in cui sarà trascinata.
Il nuovo film di Silvio Soldini parte dal finale del precedente, Brucio nel vento. Nella pellicola, tratta dal romanzo di Agota Kristof, prevalevano toni cupi, da melodramma, ma il finale virava inaspettatamente a commedia colorata, falsandone la prospettiva. L’inatteso successo di Pane e tulipani deve aver convinto il regista a riprovarci. Agata e la tempesta è un film che convince poco, in cui Soldini spinge sull’acceleratore della commedia dolceamara con toni decisamente superficiali. Prerogativa del cinema del regista italo-svizzero è stata, fin dagli esordi felici de laria serena dell’ovest e un’anima divisa in due, la delicatezza del tocco, la capacità di affrontare temi spinosi ma con grande sensazione di leggerezza.
Tale leggerezza non è da confondersi con superficialità o atmosfere da commedia spensierata. I protagonisti dei migliori film di Soldini sono sfiorati dal destino, si incontrano, ma non si scontrano. Il destino, la casualità, il magnetismo e ciò che non si può esplicare razionalmente sono temi cari al suo cinema.
A questi stilemi si può ricondurre anche Agata e la tempesta. C’è però qualcosa che non funziona, che lo rende oltremodo pesante, grottesco, talvolta perfino irritante. Il film sembra ispirarsi a Pedro Almodovar, maestro spagnolo del Kitsch, con citazioni palesemente esplicite. La scena in cui alcuni dei protagonisti si trovano in giardino sulle sdraio al sole fa ritornare immediatamente al film Parla con lei.
Il film è interamente giocato sul kitsch, è un territorio in cui Soldini non sa muoversi a proprio agio. I risultati sono deludenti e il grottesco non si trasforma automaticamente in comico, sfiorando spesso l’imbarazzo. E’ il caso del ritrovamento fortuito del padre da parte di Gustavo, oppure delle varie performance erotiche di Romeo. La figura di Romeo, peraltro magistralmente interpretata da Giuseppe Battiston, rende bene l’idea del pataca della Bassa, ma certo i personaggi romagnoli di Fellini erano tutta un’altra storia!
Brava anche Licia Maglietta, sempre molto simpatica e comunicativa. Non basta però la bravura di alcuni attori a reggere sulle spalle il peso di un film fortemente sbilanciato.
Soldini è regista di emozioni in punta di piedi, di pensieri spesso solo accennati, di passioni che non esplodono completamente, di tocchi raffinati, di destini che si incrociano, si sfiorano, di sentimenti che passano: è questo il cinema che ne esalta le capacità.
Agata e la tempesta possiede qualcosa dello stile del regista, ad esempio l’assunto di partenza della nuova identità di Gustavo, l’idea che dietro l’angolo c’è sempre una nuova vita che va comunque inseguita; i personaggi che si relazionano, pur estrapolati da contesti diversi; la consapevolezza che la realizzazione dei propri desideri comporta cambiamenti radicali. Il film si apre e si chiude con la morte, per sottolineare che la commedia richiede i suoi sacrifici.
La prima morte è il motore della vicenda: la vecchia madre confessa a Romeo il peccato di un figlio illegittimo. La morte del finale è l’agnello sacrificale, la scintilla del film, colui che con la sua vitalità ha stravolto la vita di coloro che ha incontrato: Romeo.
Per sottolineare i toni da commedia Soldini escogita un mezzo scenico piuttosto discutibile. La morte di Romeo si consuma sulla strada, causata da un asino. La vicenda parte da Genova, che rappresenta la prima fase della vita di Agata e Gustavo e si conclude nella Bassa Padana. Soldini si limita a un’ambientazione molto stereotipata.
Genova viene resa con ciò che in letteratura si definirebbe un topos, cioè un luogo comune. Genova città chiusa, aspra, poco riconoscibile, un’immagine che potrebbe fornire il mediocre turista arrivato per caso. A Genova viene contrapposta la vasta, colorata, aperta Padana di Cicognara, anche in questo caso poco distante dalle impressioni turistiche raccolte in un qualsiasi bar di una qualsiasi località della provincia italiana.
Da un regista come il ticinese ci si aspettava sinceramente qualche cosa di più. Non aiutano certo nella valutazione della pellicola le macchiette disseminate nel film, a cominciare dal geometra, interpretato da Carla Astolfi, per arrivare ad una irritante Massironi nel ruolo della moglie di Gustavo, oppure alle immancabili figurette di genovesi.
Il film è un’occasione persa da Soldini. Molti erano i motivi sui quali fare una riflessione originale, invece si è scelta la strada del facile applauso, della scena spesso dominata da un certo gusto per il cabarettismo televisivo imperante.
Il tema della lettura e dei libri ad esempio, anzichè semplice espediente narrativo-relazionale, poteva servire come spunto per un utilizzo magari mutuato da modelli letterari. In questo caso poteva essere di aiuto Calvino, che tanto spazio ha dato alla componente lettura, creando personaggi indimenticabili (cfr. il meraviglioso bandito Gian dei Brughi de Il Barone rampante).
Nuoce, a un film così volutamente complesso, la mancanza di una sceneggiatura capace di colmare vuoti narrativi spesso evidenti. Molti passaggi rivelano la scarsa volontà di creare un nuovo linguaggio da parte di un regista che ha la necessità di ritrovare lo smalto dei suoi esordi perduti.

Premi e riconoscimenti

David di Donatello – 2004
Candidatura miglior colonna sonora a Giovanni Venosta
Candidatura miglior costumista
Candidatura miglior scenografo
Candidatura migliore attore non protagonista a Emilio Solfrizzi
Candidatura migliore attore protagonista a Giuseppe Battiston
Candidatura migliore attrice non protagonista a Giselda Volodi
Candidatura migliore attrice protagonista a Licia Maglietta
Candidatura migliori effetti speciali visivi

Nastri d’Argento – 2005
Candidatura migliori costumi

European Film Awards – 2005
Candidatura premio del pubblico: miglior attrice a Licia Maglietta

Trailer

https://www.filmtv.it/film/26101/agata-e-la-tempesta/#

Altre Recensioni:

https://www.cinemaniaci.it/category/film/recensioni/

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